San Giuseppe, Festa del papà : i “friscieu”

Katia Caviglia– 

Voci, sapori e profumi della nostra giovinezza…Papà era veramente felice quando la domenica di pomeriggio venivano ospiti. Si giocava a carte, si chiacchierava, poi, verso sera, la fatidica frase  “Fermaeve a cenn-a”, temuta da mamma, che spesso gli faceva gli occhiacci, e sottovoce:”Cose ghe daggo?, commentava.

Oggi abbiamo i frigoriferi pieni, i surgelati, le microoonde e molte scorte, ma allora, non era così, spesso, specie la domenica sera, c erano soltanto alcuni avanzi sufficienti per noi.

Allora , papà aggiungeva “Fanni dui frisceu, lava due ancioe”, che non mancavano mai.

Tutti noi ci mettevamo al lavoro, chi apparecchiava, chi puliva le cipolline, chi lavava le acciughe, chi prendeva le “arbanellette” delle verdure sottolio.

  Così avveniva il prodigio: sulla tavola comparivano le olive di Borgomaro, le acciughe olio ed origano, quelle col burro, le melanzanine della contadina…Tutta la cucina era avvolta dal profumo dei friscieu, salati con cipolline e lattuga e dolci con l’ uvetta, e la serata proseguiva in amicizia, un buon bicchiere di vino ed una risata.

C’era però, un giorno in cui le frittelle regnavano sovrane: il 19 marzo, San Giuseppe, Festa del Papa’ ed onomastico dei vari Pino, Giugi, Beppe e Gino: c’era molto da festeggiare! La mamma faceva tutte le dosi ad occhio, e poi c ‘era l’acqua “di vichy” che dava il tocco magico.

Ingredienti per il tipo dolce:

2hg di farina- un uovo- mezza bustina di lievito o mezzo dado di lievito di birra- 1 hg di zucchero -mezzo bicchiere di latte ed uva sultanina (zebibbo) a piacere.

Per il tipo salato:

2hg di farina- un bicchiere di acqua minerale frizzante- sale.

In entrambi i casi, dapprima preparare la pastella, lasciarla lievitare un’ oretta, aggiungere poi l’uvetta o la lattuga a striscioline, secondo il tipo, cuocere in abbondante olio caldo, diventeranno gonfi e dorati. Scolare su carta assorbente, e servire subito, cosparsi di zucchero vanigliato, se dolci, o un pizzico di sale. Ottimi a merenda o per completare una cena.

Liberamente tratto da “Fanni dui friscieu”, a cura di Katia, Rosanna e Pino Caviglia

5 Comments

  1. Ma che brava Katia!
    Ottima idea ricordare i frisceu e la festa del papà.
    Bellissimo il ricordo di quandogli uni e l’altra…. contavano ancora!
    Non ho dubbi sulle tue qualità culinarie, con grande gioia di Gianni e dei tuoi invitati.
    Ti ho conosciuto come insegnante esemplare e ora mi piace scoprirti raffinata cuoca.

  2. Bei ricordi…soprattutto, quando le donne di casa,le nostre mamme , con pochi ingredienti, sformavano delle assolute bonta’!
    Io non dimentico, e mio fratello che mi precede nei commenti lo potra’ confermare, il pure’ di patate che mamma cucinava sulla stufa a legna, quando eravamo in Trentino, in vacanza: cosa c ‘e di piu’ semplice, eppure era semplicemente squisito. E la torta di mele? impagabile. Le frittelle noi le facevamo versione lombarda, ma anche quello, cuocendo, spandevano un profumo che avevamo tutti gli amichetti del circondario alla porta.
    Brava Katia, che hai rievocato sapori e sentimenti dolcissimi.

  3. Che nostalgia di cose buone e genuine come i sentimenti che sembra non abbiamo più valore al giorno d’oggi! La gente aveva molte meno cose rispetto ad adesso…ma le condivideva volentieri!

  4. Grazie per aver fatto riaffiorare dei bei ricordi…e grazie per la ricetta…
    Il 19 marzo? Frittelle dolci e salate!

  5. Grazie a tutti. Il brano pubblicato è liberamente tratto da un libretto che abbiamo scritto mia sorella Rosanna, mio fratello Pino ed io perché volevamo che le ricette di nostra mamma non andassero perdute.E’ da lei che abbiamo imparato a cucinare i piatti tipici della tradizione ligure. Ogni ricetta è legata a ricordi d’ infanzia e a momenti per noi indimenticabili della nostra famiglia. Katia

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