La filanda Leumann “di Pra’, presso Genova”

Fabio Currò

Il cimitero storico di Pra’ è uno splendido scrigno all’interno del quale riposano, oltre ai nostri cari, anche tantissimi illustri personaggi che fanno parte della storia del Comune di Pra’. In un angolo un po’ nascosto, al di fuori dei percorsi usuali tra le tombe di famiglia e i bellissimi monumenti funebri, adiacente al muro lungo via della SS. Trinità e il torrente Branega, si trova un ampio recinto in ferro battuto che racchiude la tomba della famiglia Leumann, purtroppo coperta e seminascosta da erba e tralci d’edera. Qui riposano il capostipite della famiglia, il cavaliere Giacomo Leumann (1831-1915) e la sua consorte Emilia Buhler (1835-1905), due loro figli: Alfredo (1865-1933) ed Enrico (1869-1957) con le loro mogli Elisa e Bice, e alcuni nipoti, tra cui il piccolissimo Max, figlio di Enrico, salito al cielo a soli 2 anni. La famiglia Leumann è stata una famiglia di imprenditori originari della Svizzera, con una vocazione particolare per l’industria tessile. Essi avviarono intorno al 1870 una prima attività industriale a Pra’ con la realizzazione di alcuni capannoni in via Cordanieri, all’interno dei quali iniziò la produzione di copriletti e fasce per neonati in cotone, impiegando una decina di addetti. Ricordiamo che Pra’ all’epoca era particolarmente nota in tutto il nord Italia anche per la tessitura di pizzi e merletti, assieme a Rapallo e Santa Margherita Ligure. Tra il 1882 e il 1883 Giacomo Leumann ottenne il permesso di costruire la sua filanda alla foce del Torrente Branega, su terreno allora demaniale, in prossimità del Cimitero di Pra’, pagando per una concessione trentennale. La piccola azienda divenne un vero e proprio stabilimento dove venivano prodotte anche tende da finestre con stupendi disegni di fiori e ghirlande, molto apprezzate sul mercato nazionale, tanto che intorno al 1888 il complesso venne ampliato. Con l’occasione il cavaliere Leumann, che già era benvoluto dalla popolazione di Pra’ per la sua filantropia avendo finanziato asili e orfanotrofio, donò una porzione di terreno alla Chiesa di Santa Maria di Assunta per l’ampliamento del cimitero di Pra’. Come si legge negli annali di statistica industriale della Provincia di Genova, nel 1892 “l’opificio occupa 51 operai con 40 telai e si vale di un motore a vapore della forza di 25 cavalli. Questo stabilimento è illuminato a luce elettrica”. All’epoca era giunto a guidare l’azienda Alfredo (nell’albero genealogico registrato come Johan Jacob) con i suoi figli: Giacomo, che si occuperà della produzione, Arnoldo, che seguirà la parte amministrativa, oltre a Willy, Lisy e Milly. Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale i Leumann rientrarono in Svizzera per far ritorno a Pra’ alla fine del conflitto e riavviare lo stabilimento con una quarantina di addetti. La produzione prevedeva un ciclo completo di lavorazione del cotone dal grezzo a prodotto finito e immediatamente commerciabile, utilizzando grandi telai di fabbricazione inglese che a quel tempo assicuravano una tecnologia all’avanguardia e dando lavoro ad un gran numero di cittadini di Pra’, prevalentemente donne. L’attività restò florida fino alla fine degli anni ’50, quando la crisi del settore ne comportò la chiusura nel 1961, nonostante il tentativo di adeguarsi alle nuove richieste del mercato tramite l’installazione di un telaio per la lavorazione delle fibre sintetiche. L’edificio che costituisce il complesso industriale Leumann è articolato in tre corpi distinti, realizzati in diversi periodi e per diversi usi: vi era la parte produttiva (la più antica), i dormitori degli operai, con la casa del custode e, infine, l’abitazione della famiglia Leumann. Tutto il complesso, ufficialmente denominato “Ex filanda Leumann”, è stato dichiarato “di interesse culturale particolarmente importante” dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria e, quindi, sottoposto a tutela nel 2012: “Di particolare interesse è la struttura portante del manufatto, pregevole applicazione delle tecniche costruttive del periodo: la struttura perimetrale con funzione portante è costituita da muratura in pietra a spacco di buona fattura, con elementi di grandi dimensioni sbozzati e giunti di limitate dimensioni, a testimonianza della particolare cura posta nella realizzazione dell’edificio. All’interno gli elementi portanti verticali orizzontali sono costituiti da colonne in ghisa, talune anche finemente decorate, che reggono l’orditura dei solai con struttura mista acciaio-legno”. L’edificio di ponente del complesso, ex-uffici e abitazione dei Leumann, è stato oggetto di un pregevole intervento di recupero e ristrutturazione con conversione in edificio residenziale: i lavori hanno anche recuperato e restaurato il marchio della storica società che fa bella vista sulla sua facciata. Gli altri due edifici sono anch’essi parte di un interessante progetto di ristrutturazione a uso residenziale, ma sono in attesa di investitori. Senza ombra di dubbio, con lo spostamento a mare della linea ferroviaria GE-XX Miglia e l’imminente realizzazione della fermata ferroviaria di Genova Pra’-Palmaro con il prolungamento a ponente della Fascia di Rispetto secondo il progetto elaborato dalla FondAzione PRimA’vera insieme all’Università di Genova e alle associazioni/comitati locali, in collaborazione con Comune e Municipio, e già inserito nel progetto PINQUA, esso diventerà decisamente più appetibile e un altro angolo storico di Pra’ potrà finalmente ritornare a fare bella mostra di sé.

1 Comment

  1. Una storia interessante che conoscevo superficialmente raccontata dai nonni praini. Grazie e complimenti, un articolo molto dettagliato che racconta fino agli anni 60 del secolo scorso la famiglia di origini svizzere. Un peccato che la tomba di famiglia è in cattive condizioni.

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