Francesco, marinaio & artista

Guido Barbazza-

Ho sempre pensato che in ogni persona sia serbato un grande talento. Ognuno di noi, quando nasce ne riceve uno, per cui può essere il più grande di tutti, a condizione che lo si sappia riconoscere, coltivare, ed indirizzare al meglio. Questa mia convinzione mi è tornata in mente nel momento in cui ho conosciuto Francesco Curreli, un praino navigante, che è arrivato al grado di Comandante Superiore di Lungo Corso partendo dal suo diploma preso al mitico Istituto Nautico San Giorgio di Genova ed alla pratica ed esperienza faticosamente conquistate navigando per i mari dove, tra le varie cose, ha imparato l’arte marinaresca in presa diretta dagli esperti nostromi, facendo pratica delle cale delle navi quando il mare grosso ed il tempo cattivo costringevano a non mettere il naso fuori. Nel 2006 gli viene voglia di specializzarsi in materia, prende a studiare testi specializzati sui nodi ed i vari intrecci, e comincia a realizzare quadri dei nodi e lavori marinareschi. Sicuramente molto belli, raffinati, di quelli che non se ne vedono più, di quelli fatti da un vero marinaio, come una volta, ma Francesco non si accontenta, non si ferma lì. Nel suo cuore, forse per via di quelle belle sculture che suo nonno, famoso scultore, era solito realizzare per importanti sepolture del cimitero monumentale di Staglieno, sale forte l’impulso di realizzare qualcosa di diverso, di unico, di originale, utilizzando, in modo diverso, corde, sagole e nodi rari e sofisticati. Risiedendo in via Stassano, vicino alla chiesa Mater Dei, in via 2 La maestosa croce della Mater DeiBranega, realizza così un importante lavoro: una croce di corda intrecciata in modo mirabile che, adagiata su un fondale di velluto nero ed impreziosita da trame dorate, si presenta meastosa ed elegante come una vera pala d’altare. «Con i nodi si può fare tutto» spiega Francesco, che nei suoi lavori inserisce simbolismi nelle trame, sempre avvalendosi di nodi e di intrecci molto complicati e per la cui realizzazione occorre tanta manualità, pazienza, ingegno. Lui mette in pratica insegnamenti e “trucchi del mestiere” appresi dai mitici “Comandante Rando” e “Nostromo Adragna”, che all’epoca “tiravano su” gli studenti del Nautico di Genova come fossero figli propri. Francesco ci tiene a ricordare che, come molti dei ragazzi praesi di quando a Pra’ c’erano la spiaggiai e i pescatori, anche lui, da ragazzo, mentre andava a scuola, tirava su qualche soldo facendo il pescatore. Infatti andava alla lampara con i Bignone, pescando con il mitico “Giovanni Biroccia”, e «al mattino dopo una nottata a pescare andavo subito a scuola al Nautico con le scaglie di pesce ancora attaccate in faccia. Se non altro sulle barche da pesca mi sono “fatto lo stomaco al mare” e ho imparato qualche nodo oltre che ad aver aver avuto l’onore di lavorare fianco a fianco con gli ormai scomparsi pescatori di Pra’». Francesco ha così inventato uno stile artistico nuovo, che fonde l’arte sacra con i lavori marinareschi, in modo originale, essenziale, ricercato. Al momento sta lavorando ad un ostensorio, ed ha raccolto l’invito della FondAzione PrimA’vera a realizzare un “Palio di Pra’ “ di grandi dimensioni, raffigurante lo stemma di Pra’, realizzato in cordami colorati, da utilizzare per le grandi occasioni e da conservare in quello che verosimilmente sarà il Centro Civico Culturale Praese, nell’edificio della ex stazione ferroviaria di Pra’. Francesco è assai ricercato proprio per la qualità e la originalità dei suoi lavori, che sono personalizzati secondo le esigenze del cliente, e quello che iniziò come un passatempo sta trasformandosi in un lavoro da artigiano di bottega. Per contatti ed informazioni: francesco.curreli1953@gmail.com

4 Comments

  1. La “storia” di questo ragazzo/artigiano/pescatore/artista, ha davvero dello straordinario…la passione che scaturisce dai suoi ricordi sul mare è vivida, potente.
    L’arte marinaresca di intrecciare funi e cime e farne nodi ci parla di pazienza, perizia, ed anche sagacia nel creare il vincolo giusto: c’e’ un nodo per le drizze, uno per le scotte, uno per i cavi d’ormeggio; la mitica “gassa d’amante”e’ il topic che distingue”l’ase”…dal marinaio: non deve mai scorrere, altrimenti si strozza e dev’essere tenace, ma velocissima da sciogliere.
    Le realizzazioni di Francesco sono splendide, accurate, personalissime. Complimenti e grazie per averci fatto conoscere questa bella persona ed i suoi (capo)lavori!

  2. Ho letto l’articolo con molto interesse. Per chi è nato respirando aria di mare, tutto ciò che ruota intorno a questo amore blu che portiamo nel cuore ha un fascino speciale: le lampare, le grandi navi costruite nei nostri cantieri, le storie di capitani e nostromi forgiati dal vento e dal sale sono voci della tradizione e fanno parte di un retaggio culturale che resta ben vivo, anche nel pensiero e nelle mani di “artisti dì mare”, come Francesco. Che al mare continua a dedicarsi, con nodi e corda che sanno coniugare abilità, fantasia, rispetto dell’identità di un tempo e modernità. Bellissima idea quella dell’opera cui sta lavorando. Spero davvero sia conservata nel Centro Culturale Praese nella cui realizzazione riponiamo molte speranze. Trovo inoltre piacevolissimo leggere di Pra’ riportando alla luce fatti, persone, luoghi, usi, curiosità per me spesso inediti, grazie ad un’opera di indagine e reportage assolutamente apprezzabile. Grazie!

  3. Dal GRANDE LIBRO DEI NODI di Clifford W.Ashley.
    Nodi a poppa ai giardinetti,nodi a prora ai due masconi,nodi lungo ai parapetti e altri nodi sui pennoni.(Da una cantilena del marinaio).
    Prima un nodo a corona,poi fa un piè di pollo;passa ogni cima dentro il suo collo.(Nodo di marciapiedi del Com.te Charles W.Smith).
    Ecco che ho fatto il vero Nodo d’Amore;Ma amare e provarlo non è dato al mio cuore.(Stephen Blake The complete Gardener’s Practice,1664).
    Disse il vecchio alla Ciurma raccolta: “Issa una scossa,e poi date volta”(La Taverna dei marinai).
    È ogni dito una caviglia,ogni capello è una filaccia.(Modo di dire marinaresco).
    …hanno intrecciato una corona di spine.(San Matteo,XXVII:29).
    Com’è torto benda e intregna,fascia stretto perché regna.(Cantilena dei marinai).

  4. Dal GRANDE LIBRO DEI NODI di Clifford W.Ashley
    Quella fanciulla che fa la scontrosa cerca un compagno che mai la deluda.La leghi il cielo,per sua fortuna a un marinaio per tutta la vita.(Charles Dibden,1745-1814).
    Bisogna ammettere che,nella scala delle futilità,il nodeggiare confina con l’ozio.(Dott.Samuel Johnson’s Dictionary).
    Per i vecchi marinai era,motivo d’orgoglio saper fare nodi,e più difficili e sconosciuti sono,maggiore è il vanto.(Albert R.Wetjen:La cuccagna dei marinai,1941).
    Lega il tuo carro ad una stella.(Ralph Waldo Emerson).
    In fatto di nodi,specie per quelli che si usano in mare,credo che non ci sia altro da inventare.(Sir Edwin Arnold,1900).

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