Addio, Concordia

Guido Barbazza #

Addio, Concordia. La mattina di lunedì 11 maggio il relitto della sfortunata nave da crociera ha lasciato per sempre il Porto di Pra’, dove era arrivata il 27 luglio dell’anno scorso, per essere trasferito nel porto di Genova per essere demolito. Il trasferimento è avvenuto con grande attenzione dei media ma in tono molto più ridotto ed attenuato rispetto alla tempesta mediatica che aveva caratterizzato il trasferimento dall’Isola del Giglio a Pra’. Come previsto, la permanenza della Costa Concordia a Pra’ non ha avuto alcun effetto positivo, né sull’economia, né sull’occupazione locale, ma non ha neanche portato i disagi temuti alla vigilia del suo arrivo. Pra’ e i Praesi si sono comportati come da copione, a modo loro, senza clamore, quasi snobbando l’evento, facendo nuovamente ricorso alle loro doti di sopportazione di ogni genere di disagio nel nome del supremo interesse pubblico e nazionale. Così è avvenuto per la costruzione del porto che ha fatto sparire una spiaggia ed un litorale tra i più belli della Liguria, così è avvenuto con la fagocitazione della piana Podestà, che pullulava di serre di pregiato basilico, per la realizzazione del casello e dello svincolo autostradale. I Praesi, sbagliando, avevano anche subito silenti le attribuzioni delle relative denominazioni, errate ed ingrate sia del porto sia del casello, sottovalutandone gli effetti nefasti che avrebbero poi portato alla cancellazione dalla geografia, al massacro dell’identità, e più praticamente al convogliamento dei contributi e sponsorizzazioni portuali in compensazione del disastro ambientale e delle servitù a Pra’ verso…Voltri. . Ma proprio l’arrivo della “Concordia”, ha posto Pra’ in una condizione mai vista di visibilità a livello nazionale ed internazionale, cosa che la FondAzione PRimA’vera ha subito percepito come una grande opportunità. E così la grande nave, che richiama alla mente Moby Dick, la mitica balena del Capitano Achab, ferita, emaciata, la grande mole irta di arpioni, dopo essere stata teatro di una vicenda terribile, triste, luttuosa, disastrosa, negli ultimi attimi di vita ha voluto come riscattarsi, portando a Pra’ un soffio di positività, di giustizia, su cui finalmente costruire la “concordia” municipale. Sì, perché è noto come il Municipio VII Ponente, creato dall’unione delle delegazioni ed ex-comuni di Pegli-Pra’ e Voltri, non aveva un futuro se avesse continuato a fondarsi sull’in giustizia. L’ingiustizia di avere una delle tre componenti, Pra’, penalizzata, sempre e solo lei, “per il bene comune”. L’attribuzione, finalmente, del nome corretto e giusto al porto, il Porto di Pra’, va vista quindi come l’inizio di un’era nuova a Ponente, dove la “cenerentola” Pra’ cessa di essere tale e risorge, come una Fenice, dalle sue stesse ceneri, per comporre un municipio equo dove onori ed oneri si suddividono alla pari, dove c’è pari dignità e rappresentatività. Il prossimo passaggio deve essere quello di correggere anche il nome sbagliato del casello, e, attraverso una realizzazione del Progetto P.O.R. – Pra Marina, ridisegnare il litorale a misura di cittadini, con alberi, zone pedonali, impianti e strutture idonee che cauterizzino l’orribile cicatrice della vecchia ferrovia e delle zone limitrofe. E poi a seguire le colline, o “dune” alberate di separazione porto-Fascia di Rispetto, e l’elettrificazione delle banchine. La “Lunga Marcia” per realizzare Pra’ Futura, che ritorni ad essere bella, seppur in modo diverso, come un tempo, è iniziata. Addio, Concordia, adesso puoi andare, lasciando un buon ricordo a Pra’, ed avendo dato il via alla costruzione della “concordia” municipale.

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